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Dunhill

ago 11, 2023

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ALFRED DUNHILL LTD: LA LEGGENDA DEL SANTO FUMATORE



La storia dell’importazione della Dunhill in Italia ha origine appena dopo il 1920, quando il grande Alfred Dunhill decise di farsi le pipe in proprio. Per dieci anni le aveva comprate in Francia ma, visti i successi, grazie alla sua eccezionale intuizione, e per arrivare a finire un prodotto che sempre più incontrava il gusto del cittadino inglese, decise di mettere il laboratorio proprio a Londra, al 135-143 di Hight Street. I francesi gli avevano ormai insegnato tutto. Ora era lui che avrebbe continuato in quella che diventerà la migliore tradizione piparia del mondo industrializzato. Il primo documento che conferma l’importazione della pipa nel nostro Paese risale al 1928: si tratta di un prezioso catalogo dal titolo Le fin fumeur – traitant de l’Art et du Plaisir de Fumer l’Herbe Divine de Nicot – Paris 1928. E’ lo stesso Alfred Dunhill che lo firma, con tanto di frontespizio, dove appare ancora l’antico araldo con le tre piume, e la dicitura “Fornisseur de Son Altesse Royale Le Prince de Galles qui me fait l’honneur de ne se servir que de mes Pipes”.

Si tratta di un catalogo di 128 pagine finemente illustrato e che contiene tutti i nomi degli importatori Dunhill nel mondo. I prezzi dell’oggettistica pipe comprese, il sistema di pagamento e le tasse per l’esportazione. A prima vista, si ha subito l’idea della potenza commerciale che la Dunhill ha già raggiunto. Infatti, oltre alle sedi storiche di Duke Street di Londra e quella di Parigi in Reu de la Paix, sono elencati i Colonial & Foreign Agents, che in ordine alfabetico spaziano da Aden al Venezuela passando per la terza e importantissima filiale di New York al 512 della Fifth Avenue.

Di rilievo per noi è che Alfred indichi con bella evidenza, proprio nel frontespizio, il suo rappresentante in Italia; è chiaro che a lui fosse dedicata l’edizione, oppure che volesse mettere in evidenza il signor L. Magnani di Via S. Vitale 4, a Parma. Questo Magnani, forse Luigi, lo abbiamo individuato come membro di una nota famiglia emiliana dell’alta borghesia, che diede i natali a noti professionisti, in particolare medici e farmacisti. Ignoriamo solo l’origine di questa amicizia, che sicuramente andava oltre il rapporto di lavoro. Infatti non è certo la Parma degli anni Venti a poter interessare un mercato di tale livello. In seguito, tra i foreign agents leggiamo che per l’Italia sono rappresentate ben tre città: Roma (Raffaele Lucente), Firenze (G. Comparini) e Genova (M. Vaccari). Dunque ben tre importatori, mentre gli altri stati europei ne hanno uno solo e non sono rappresentati.

Il secondo documento prebellico è del 1° Settembre 1936: si tratta dell’”Export Catalogue and Price List” che appare nell’elegante e consueta edizione. Questa volta, a fianco del marchio Alfred Dunhill, si inserisce Toronto con New York e Paris. Cambia anche la sede dell’Ufficio Esportazione di Londra che nel 1928 era al 27 di Throgmorton St., mentre ora è al 141 di Notting Hill Gate. A quell’epoca Alfred non era più alla guida della società, diretta dal fratello; aveva lasciato tutto per andare a vivere con Vera, la sua seconda moglie, dalla quale ebbe due figli e per trent’anni non volle più interessarsi di affari di pipe.

Per quanto riguarda i fatti italiani, un giovane studente di liceo ricorda di aver visto le prime Dunhill da un certo Petterling a Santa Margherita Ligure alla fine degli anni Venti: questi era un venditore di oggetti di rara fattura, importazioni dall’Estremo Oriente, roba fine che all’epoca, come del resto anche oggi, andava molto di moda. Sempre sul filo dei ricordi, ci è giunta notizia che a Trieste, sede di un altro porto commerciale, un certo Zandegiacomo importasse pipe Dunhill. A Roma era invece un certo Serra, venditore di arredamenti di gran lusso, che negli anni Venti e Trenta teneva le pipe di Alfred. Una testimonianza diretta è quella di Aldo Carmignani che ricorda l’incontro con Dunhill in persona nel 1929, forse il 1930. Del cordiale e lungo colloquio nel bel negozio, unico allora, di fronte a palazzo Chigi, Carmignani ricorda solo che non se ne fece nulla, perché ritenne quelle pipe troppo care per il nostro mercato. Carmignani fu però il primo, subito nel 1953, a richiedere le Dunhill da Londra: era finita un’epoca e se ne stava per aprire un’altra: Questa volta era l’industria della pace a dare il vero e aspettato benessere.

Le vicissitudini del dopoguerra sono più univoche. Infatti, superati i vari embarghi imposti dalle truppe di occupazione, la Dunhill si riaffacciò sul mercato italiano intorno al 1955. In quegli anni era un certo “ comandante Tavanti” che se ne occupava per conto della Sirpea. A lui successe Belletti di S. Giuliano Milanese che ebbe l’esclusiva Dunhill per la Sirpea fino al 1973 circa, quando subentrò la Tobaco (acronimo di Tomasini, Barontini, Cologni) poi diventata LMC (Les Must de Cartier).


Smoking numero 3 anno sedicesimo, 1990.

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